L'eco

Angela Serra

In condizioni particolari, per esempio davanti ad una parete lontana, possiamo udire l'eco della nostra voce.

Il fenomeno dell'eco è dovuto alla riflessione del suono.
Un'onda sonora emessa da una persona, che torna indietro dopo essersi riflessa su una parete, percorre due volte, all'andata e al ritorno, la distanza tra la persona e la parete. Per compiere questo cammino l'onda impiega un tempo, detto anche "tempo di ritardo". tempo di ritardo
  • L' orecchio umano percepisce in modo differente due suoni solo se essi sono intervallati da almeno 1/10 di secondo (34m), poichè per sentire l'eco della propria voce la persona deve trovarsi a più di 17m dalla parete riflettente.

    Se la la distanza è minore, l'orecchio non distingue i suoni ma avverte solamente un rimbombo.

Mediante l'eco é possibile produrre immagini di oggetti che sono invisibili ai nostri occhi:
[b][size=150]Con il [color=#ff0000]sonar[/color], misurando il [color=#ff0000]tempo di andata e ritorno degli ultrasuoni [/color]che si [color=#ff0000]riflettono[/color] sul [color=#ff0000]corpo sommerso[/color], si calcola la [color=#ff0000]distanza del corpo dalla superficie del mare[/color].[/size][/b]
Con il sonar, misurando il tempo di andata e ritorno degli ultrasuoni che si riflettono sul corpo sommerso, si calcola la distanza del corpo dalla superficie del mare.
[b][size=100][size=150]Con [color=#ff0000]l'ecografia [/color]si ottiene l'immagine di un feto nel ventre della madre, misurando i [color=#ff0000]tempi di riflessione degli ultrasuoni che vengono inviati sulle sue diverse pareti[/color].[/size][/size][/b]
Con l'ecografia si ottiene l'immagine di un feto nel ventre della madre, misurando i tempi di riflessione degli ultrasuoni che vengono inviati sulle sue diverse pareti.