conclusione (Géométrie)
- Autore:
- Sara
Per Cartesio e i matematici del XVI-XVII secolo rappresentare le curve significava descriverle in modo tale che fossero sufficientemente conosciute. In altre parole, rappresentare una curva equivaleva a costruirla con strumenti geometrici.
Quando Cartesio si riferiva ai "nuovi compassi", non suggeriva di costruire il compasso e disegnare la curva su un foglio, ma piuttosto di immaginarlo per aiutare la mente a vedere in modo chiaro e distinto il moto che generava la curva.
Nella Géométrie, infatti, si osserva un legame stretto tra i termini "tracciare/costruire" e "immaginare/concepire".
Abbiamo visto tre metodi di rappresentazione che Cartesio considera accettabili geometricamente:
- costruzione per moto continuo che rispetta le seguenti condizioni: • gli oggetti che si muovono sono linee rette o linee curve; • i punti di tracciatura sono definiti come l’intersezione di due linee che si muovono; • i moti delle linee sono continui; • i moti dipendono tutti strettamente da un unico moto iniziale;
- costruzione punto per punto generica;
- costruzione con strumenti che comprendono stringhe, a condizione che queste rimangano distese durante tutta la durata della costruzione.